domenica 31 luglio 2011

Paint it on your wall


Ci sono giorni in cui guardi un tramonto e poi ti lamenti perchè ci sono le nuvole.

Giorni in cui guardi l'alba e ti lamenti perchè è una mattina fredda.

Giorni in cui una persona sconosciuta ti sorride e tu rompi il cazzo perchè aveva i denti storti.

Giorni in cui senti il sangue scorrerti nelle vene e ti lamenti perchè il tempo corre e non ti lascia niente.

Giorni in cui ridi, ti abbracci l'anima, ma poi ti lamenti perchè l'anima non ha fisicità e il tuo sorriso senza specchio, non lo vedi.

Poi ci sono giorni in cui non accade nulla, il freddo ti ghiaccia il respiro e il vuoto ti divora, ti fa a brandelli e ti sbatte contro il muro cavandoti gli occhi e la speranza.

Quello che devi fare è respirare la tua felicità: ti abbraccerà quando ne hai bisogno.

Come una foto che ti ricorda un momento particolare.

Come il giorno in cui hai ricominciato a pensare al futuro.

Paint it on the wall.

Non te lo dimenticare.

giovedì 28 luglio 2011

Una tisana col cretino


Ci si trova, spesso, in situazioni particolari.

Inconsueti incontri, con inconsueti personaggi.

Il bello della sorpresa: non sai mai cosa, chi e quando.

Lo spettacolo nella sorpresa: capire che era il momento giusto.

Come la serenità di Alice durante il tè delle cinque con quel cretino del cappellaio e quello scemo del coniglio.

La beata innocenza e lo scoprire che il passo non era più lungo della gamba.

Per tutto il resto ci sono i salti nel buio.

lunedì 25 luglio 2011

Cronache di cinque minuti fra le 21.30 e le 21.35



(Cronache da quell'istante in cui il respiro ti si taglia, il cuore batte a vuoto, gli occhi diventano rossi, bruciano e sono gonfi, l'attimo in cui le mani diventano fredde anche con trenta gradi e la pancia comincia a far male. Cronache dai cinque minuti più lunghi della tua giornata, più lunghi degli ultimi mesi, più lunghi e basta, che fanno parte di qualcosa che ti fa stare bene, ma che, in quei cinque minuti, ti sbatte all'inferno come l'ultimo vigliacco).

Seduto sul letto, con un cartone della pizza in mano.

"Non si mangia la pizza sul letto.".

Il tuo perbenismo.

Gli occhi che sorridono.

Come un fulmine. In apnea. Al freddo. Come se in tutto il globo ci fossi solo tu.

Solo.

Annaspi cercando aria, ossigeno per riempire il petto. Come se stessi soffocando.

Poi, una pace da monastero.

(Cronache da quell'istante in cui capisci che non è successo nulla se non il distacco di una parte di te, che nulla riguarda il tuo corpo, ma è una frattura dell'anima, andata persa nell'istante in cui il suo profumo ha cominciato a scendere le scale verso la sua auto. L'istante in cui capisci che sono solo quei cinque minuti. L'istante in cui sai che vi rivedrete. Cronache di cuori dove non nevica e non piove).

giovedì 21 luglio 2011

Futuri


Il tempo è noioso, antipatico, scostante, veloce, non sa farsi apprezzare, è rumoroso, chiassoso, stupido.

Il futuro non è più quello di una volta.

Tu non sei più quello che eri quando hai iniziato a pensare.

martedì 19 luglio 2011

L'ultima stazione del mio treno



Sono arrivato presto alla stazione, una domenica mattina di Gennaio, faceva freddo, una fitta nebbia avvolgeva questa grande infrastruttura della mia città.

I miei bagagli non erano molti: una valigia con qualche camicia e maglione, due paia di jeans, un abito elegante, qualche libro e un portatile dove scrivere l'unica storia che avessi davvero voglia di raccontare: la mia.

Il mio treno è arrivato, stancamente, al binario. Il respiro prima di entrare nel vagone, la contrazione muscolare nel alzare la valigia, il primo passo verso il futuro.

La prima stazione del mio treno.

Il bello di fermarsi ad ogni stazione è il poter vedere le persone: nei loro atteggiamenti, nei loro movimenti, chi parte, chi resta, chi nel saluto vive e chi nel saluto muore. La vita si divide solo così: c'è chi vive e chi muore. Tutto il resto è congettura, pettegolezzo e masturbazione degli eventi.

Il mio treno è vuoto: decido io chi sale e quando, decido io chi scende e quando. Il mio treno è puntuale e non ritorna. Il mio treno fa un solo viaggio.

La seconda stazione del mio treno.

La comprensione passa per la condivisione che passa per l'empatia che passa per la sensibilità che passa per il diventare Uomini che passa per non ragionare con l'uccello.

La terza stazione del mio treno.

Le soluzioni partono dalle domande, non dalle risposte.

La quarta stazione del mio treno.

Diffida di chi non ha vizi, scheletri nell'armadio, diffida di chi non fa altro che sorridere, di chi è sempre pronto a giurare, di chi non ha paura di morire e di chi rifiuta di farsi un drink con te. La diffidenza non è mancanza di rispetto, ma è rispetto del proprio futuro e salvaguardia del terreno che calpestiamo.

La quinta stazione del mio treno.

Poe sosteneva che un giorno l'abisso a forza di essere guardato avrebbe voluto, poi, guardare in noi, la mia quinta stazione è l'abisso, perchè io sono più curioso di lui.

La sesta stazione del mio treno.

E' il posto dove ci si guarda negli occhi e si fa sul serio, dove si capisce chi il coraggio lo vende e chi ne ha da vendere ma se lo tiene stretto e lo usa per crescere. Qua non si aspetta la gente che corre, che parte in ritardo da casa o che altro da fare.

Anche i viaggi belli finiscono, si scende, si radunano i bagagli, si raccolgono i pensieri fatti durante il tragitto e si pulisce il sangue dalle scarpe: se ne pesta di gente morta quando si arriva alla fine di un percorso ad ostacoli.
Si accende una sigaretta, magari l'ultima di una lunga serie, magari.

L'ultima stazione del mio treno.

Si chiama il taxi e si torna a casa un po' più vivi di quando si è partiti.

domenica 17 luglio 2011

Cadeau



"L'aspetto che mi diverte dei regali è che so perfettamente cosa siano.".

L'inutile boria del festeggiato.

L'aspetto divertente di un soggetto pieno di sé è che, spesso, sbaglia le proprie previsioni.

Ecco, ora c'è un bel pacco con un fiocco rosso.

La bellezza della sorpresa.

Il miglior regalo: il sorriso che sparisce dalla tua faccia e arriva sulla mia.

Il bello di parlare per metafore è il non dover spiegazioni.

Il bello di non dover dare spiegazioni è il non avere torto, la ragione, io, la lascio ai matti.

venerdì 15 luglio 2011

Sciacalli


Diverso.

Non comune.

Insolito.

Fuori dal coro.

Il bello del non dover dare spiegazioni sta tutto nel non fare trasparire il proprio stato d'animo, vivendo nel riflesso dell'interlocutore.

Sciacalli emotivi.

Non si esce fra gli applausi.

lunedì 11 luglio 2011

La prima parola


Qua non si parla di differenze.

Qua non si parla di un banale bivio.

Qua non si parla di divergenze, discrasie, differenze.

E' la costante ricerca di battiti cardiaci alterati, respiri troncati, parole dette con quel fottuto secondo di ritardo, gesti rimasti inesplosi.

E' la costante ricerca dell'errore.

Qua non si parla affatto.

giovedì 7 luglio 2011

Love-shake


L'amore fedele.

Miraggio, desiderato, corsa, rincorsa, cuori che scoppiano, occhi che guardano e vedono.

L'amore infedele.

Stanco trascinarsi, occhi curiosi confusi dalla nebbia del non detto.

Fedele, infedele.

Corpi, vite, cuori, ricordi.

Nel frullatore, sperando di aver pagato la bolletta della luce per farlo funzionare e di aver azzeccato gli ingredienti.

Amori frullati.

martedì 5 luglio 2011

Big dreamers, big dreams


Il sottile ronzio della notte che passa.

Lo stridore dell'inconscio.

Lo strisciare delle idee che ti cercano, perchè sono loro che cercano te: che non vi illudiate mai del percorso opposto.

Il fuoco che brucia gli occhi nel buio, nella luce, nel fotocopiarsi di momenti, nel dejà vu.

Il cuore, che fa meno male solo quando ricordi che solo i grandi sognatori fanno grandi sogni.

E' la tua insonnia. Gravida.

Big dreamers never sleep.

lunedì 4 luglio 2011

Cielo e prato


Azzurro.

L'incontro fra emisferi di universi differenti.

Verde.

Ombre e luci fra gli spifferi dell'anima.

Verde e azzurro.

Cielo e prato.