sabato 30 aprile 2011

Buio oltre la città


Ci sono molte forme di paura.

Ci sono molte forme di curiosità, di interesse, disinteresse, amore-odio-passione-ilarità-irriverenza-e-tutto-il-resto-che-vi-pare.

Conoscere il contorno esatto della gamma dei sentimenti umani non fa di noi degli uomini, ma delle enciclopedie. 

Ci sarà sempre qualcuno che proverà a convincerci ad adottare un determinato stile di vita: perchè è "quello giusto", perchè "tu chissà che vita fai, guarda come ti sei ridotto". Grilli parlanti. Puttane della comunicazione. Fotocopie ingiallite di vite degli altri travestite da buoni propositi per un domani migliore.

Idioti senza domande, ma pieni di risposte.

Architetti di castelli di carta.

Cosa ve ne fate delle luci della città se oltre la metropoli ci sono solo buio, freddo e paura?

sabato 23 aprile 2011

Metà


Le metà. Imperfette.

Di norma: una sana e una infestata da vermi.

Un giorno un saggio disse: "I vermi hanno buon gusto, scelgono la frutta migliore.".

Io dico, e non sono un saggio, che i vermi hanno solo fame, fottutamente fame e si mangiano quello che capita.

Gli interi, le metà: tutto.


martedì 19 aprile 2011

Teste vuote


Quanto avrei voluto...

Avere la testa vuota quando ho voluto ragionare a tutti i costi, capire per forza, mettermi nei panni di stronzi, ascoltare scemi qualunque. 

Quanto avrei voluto...

Non dire mai "Sì, Signore", chiedere scusa, non farmi domande.

Quanto avrei voluto...

Volere è potere dice il/la finto/a inetllettualoide con frase spiccia per darsi un tono.

Beato, oh tu, che hai la fortuna di non capire un cazzo.

venerdì 15 aprile 2011

Rompilo!



"Io quello specchio non l'ho rotto, perchè sapevo chi ci aveva scritto e cosa voleva dirmi", 

"Io non l'ho rotto perchè ho letto quello che stavo pensando in quell'esatto istante.", 

"Io non ho avuto il coraggio di romperlo perchè ho letto parole di chi ha coraggio da vendere.", 

"Io, io l'ho rotto, perchè ho coraggio da vendere, perchè non ho più un cazzo da dire e quelle sono cose che pensavo, vite fa."

martedì 12 aprile 2011

Gravità



E' come passeggiare sulle nuvole.

Il concetto di gravità che si dimentica di Newton.

Il lato oscuro della mia Luna sul tuo piatto, pronto da mangiare.

La mela avvelenata che mi batte nel petto.

Non essere ingorda. L'antidoto non esiste.

Lune avvelenate e cuori antigravitazionali.

lunedì 11 aprile 2011

L'odore della prima notte


Arriva.

Lento, svogliato, strisciante, forte, intenso, violento, cercato, rincorso, nuovo.

L'odore della prima notte.

L'odore dei baci, dei morsi, del respiro corto, delle mani sudate, delle fronti lucide, dei capelli scompigliati.

L'odore degli occhi che sembrano aver imparato a vedere solo in quel momento.

L'odore della prima notte.

Arriva.

Resta e non se ne va.

sabato 9 aprile 2011

London dreamin'


Sedersi ad un tavolo. Io, sconosciuto in terra straniera. Il mio viso si approccia, come meglio può, a questa Babele di parole, volti e colori. Nella mia casa: lo straniero da odiare, incolpare, rimpatriare, catalogare, lo straniero nasce e muore nel nero delle sue impronte digitali. Nella Londra che torna, nuovamente, ad accogliermi, io sono lo straniero: salutato, coccolato, a cui non si nega un'indicazione, un sorriso, un brindisi quando torno in un pub dove, anni fa, avevo scelto di bere. L'abbraccio della fratellanza è tutta nelle parole di una giovane cameriera gallese: "Hi! How are you today?".

Lei è mia sorella, la mia ancora prima del fondo.

Mi guarda mentre addento il mio pasto, la mia vita. Mentre scrivo attimi da ricordare sui quali, poi, la quotidianità sarà pronta a vomitare.
Il quotidiano: odiato, bistrattato, detestato, anche se utile, senza di lui non godremmo di momenti come questo. lo straordinario senza l'ordinario: privo della sua raison d'etre. Non sono un uomo ordinario, non perchè io sia migliore di altri, solo perchè so regalarmi uno sguardo oltre la banalità.
Mi godo questo sprazzo di solitudine osservata, dagli occhi di di Kate. Ho voglia di un caffè, la guardo e subito i suoi passi verso di me. 

Vite ordinarie, rese uniche dalla mancanza di parole nella Babele d'Europa.

giovedì 7 aprile 2011

Fratelli


Il fastidio del partire.

Il fastidio nel restare.

Senza nome. Senza terra.

Io resto, mio fratello parte.

Ci scambiamo la vita: lui in apnea mentre io respiro.

martedì 5 aprile 2011

Senza immagine

(Stanotte si va in onda senza immagini. Senza suoni. Senza parole. Una notte senza. Ma senza cosa?)


Senza quel che ti va.


(Caustico.)


Io parlo a modo mio. 


(Odioso.)


Senza. Sì, senza. Stanotte racconto parole che non sai dire. Ma io non parlo per immagini. Io ho voglia di mostrare quello che c'è dietro. Quello che tu non fai mai vedere.


(Non puntualizzare.)


Dietro un'immagine, un disegno, una foto; c'è sempre l'idea di chi la realizza. Il complimento va sempre alla foto, al fotografato, quasi mai a quello stronzo del fotografo. Una volta mi fu detta una frase quasi intelligente: 'Quello che conta è il cantante non la canzone'. Se il cantante è bravo può fare tutto, se la canzone è bella non tutti la possono cantare. Se la vita è bella non tutti la possono vivere. Se il soggetto che vive, respira, mangia, beve, scopa, urla, fuma, scrive, è un perfetto scemo, la sua vita, la sua 'canzone', non avrà mai senso.


(Se parli sempre per metafore la gente non capirà.)


Devo banalizzare?


(Se ti va...)


Dovremmo smetterla di guardare davanti a noi e imparare a leggerci dentro. 


(Che profondità d'anima.)


Anime profonde condite da analfabetismo sociale.



venerdì 1 aprile 2011

Partenti


Chi parte, chi arriva, chi aspetta.

Un aeroporto qualunque.

Una qualunque città.

Un libro fra le mani.

Un ombrello lasciato a casa.

La valigia.

Quando te ne vai?

Quando altri orizzonti sono migliori.

Quando piove merda.

Quando hai un'idea.